Come se non bastasse la crisi economica che li ha colpiti negli ultimi anni, i casinò italiani sono alle prese con un altro problema, non certo di poco conto e per questo non trascurabile.
La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha infatti avviato un’indagine per stabilire se alcuni esponenti del crimine organizzato in Italia stiano utilizzando le sale da gioco per riciclare il denaro sporco.
L’operazione è ispirata da un decreto del Ministero dell’Interno approvato a gennaio con il quale viene dato al Direttore della Dia il potere di compiere azioni di controllo nelle case da gioco italiane, in linea con gli obiettivi strategici demandati alla Direzione Investigativa Antimafia.
Operazione Minotauro
Un paio di settimane fa, gli agenti della DIA hanno fatto visita a tutti e quattro i casinò italiani, nel contesto di quella che è stata definita ‘operazione Minotauro’. Obiettivo dell’inchiesta era quello di mappare nel dettaglio i flussi di denaro di provenienza illecita che si riversano, trasformati in fiches, sui tavoli verdi, per poi uscirne ripuliti.Gli investigatori si sono presentati con in mano alcune black list di nominativi sotto osservazione da incrociare con gli elenchi dei clienti forniti dalle case da gioco. Tra i registri dei casinò sono spuntati alcuni nomi che erano già nella lista delle persone attenzionate, confermando dunque quelli che erano i sospetti delle forze dell’ordine. A Saint-Vincent – dove pare si siano concentrate le indagini e i risultati più clamorosi – almeno quattro personaggi appartenenti alla ’ndrangheta compaiono tra i nominativi degli ingressi. A Sanremo è stata accertata la presenza di persone con precedenti specifici per associazione a delinquere di stampo camorristico e di altre vicine ad ambienti ’ndranghetisti. A Venezia sono circa dieci i nominativi dei clienti con alte frequentazioni consegnati dai vertici del Casinò agli investigatori.
Negli uffici amministrativi sono al vaglio della DIA il numero degli ingressi effettuati dai soggetti segnalati, il denaro cambiato in fiches, gli incassi, e tutta la documentazione utile a smascherare possibili truffe. L’operazione ha dato subito importanti riscontri, anche perché tutti i casinò stanno dimostrando la massima collaborazione.
Con particolare riferimento alla Val d’Aosta, a qualcuno il blitz della DIA avrà ricordato quello fatto nel 1983, quando un’indagine simile portò all’arresto del Presidente della Regione, Mario Andrione, e alla sostituzione della classe dirigente del Casinò di Saint Vincent.
Non siamo a questi livelli, ma sicuramente il problema è serio e va affrontato immediatamente, anche e soprattutto per il buon nome della sala da gioco valdostana – così come di tutte le altre – e di chi la frequenta con correttezza.
Come riciclare il denaro nei casinò
Non potendo acquisire direttamente un casinò, secondo gli inquirenti la malavita avrebbe in particolare due altri modi per sfruttare il gioco d’azzardo per riciclare denaro sporco:
- giocare direttamente: al casinò si è obbligati a comprare delle fiches e solo con queste si possono proporre puntate e accumulare eventuali vincite. Una volta concluso il gioco, presentandosi alla cassa si otterranno, in cambio delle fiches, assegni circolari o contanti. Chi è interessato a riciclare denaro può limitarsi a giocare pochi euro rispetto alla somma scambiata per poi ritornarne in possesso avendola ripulita senza lasciare alcuna traccia, grazie all’anonimato. È anche possibile far finta di giocare: presentarsi al casinò, cambiare il denaro in fiches, fingere di giocare e poi tornare alla cassa e cambiare nuovamente i soldi.
- utilizzare cambisti che concedono abusivamente prestiti ad alti tassi di interesse per finanziare i clienti in perdita e ormai invisi all’ufficio fidi del casinò
Purtroppo neppure le norme sull’utilizzo del denaro contante, fissato a 1.000 euro, sembrano essere efficaci in tal senso. D’altra parte impedire questo genere di attività è molto difficile, non solo per le forze dell’ordine, ma anche per i casinò stessi, i quali in ogni caso si impegnano con grande attenzione per evitare problemi di questo tipo.
Aumentano i controlli nei casinò
Come abbiamo visto, le case da gioco rappresentano tradizionalmente per la criminalità organizzata una forma di riconversione di denaro facile e con risultati immediati.
C’è da dire che i quattro casinò italiani fanno di tutto per impedire che succedano cose del genere. A Saint Vincent, ma anche a Campione d’Italia, Venezia e Sanremo, vengono effettuati rigidi controlli, soprattutto in entrata, dove vengono guardati i documenti di identità e registrati i nomi di tutti i visitatori.
All’interno della sala, poi, esiste un circuito di telecamere di sicurezza che riprende in tempo reale e registra tutto ciò che avviene ai tavoli da gioco. Spesso i filmati di queste telecamere sono stati decisivi per scoprire tentativi di truffa o di furto, che nei casinò vengono trattati con grandissima serietà e grandissimo rigore.
Tutto questo, però, pare non bastare ancora: inchieste come l’operazione Minotauro sono qui a dimostrarlo.
Urgono nuovi sistemi di verifica, regole più severe in materia di antiriciclaggio e, soprattutto, disposizioni specifiche per i casinò e per gli operatori di gioco terrestre e anche online.
Sì, perché certamente la riconversione di denaro sporco nelle case da gioco non riguarda solo i casinò terrestri ma anche di quelli in Rete.
In particolare le nuove forme di pagamento che si stanno diffondendo online se da una parte favoriscono i giocatori concedendo loro diverse, valide alternative con cui gestire il proprio denaro, dall’altra rappresentano una ghiotta occasione per chi ricicla denaro sporco. Si tratta di sistemi molto semplici da mettere in atto e molto difficili da arginare, proprio perché queste metodologie garantiscono l’anonimato ed è impossibile riuscire a monitorare i movimenti di denaro, in quanto lo stesso viene “speso” prima all’esterno del casinò in attività ignare della provenienza dei fondi.
Per quanto rigorosi possano essere i controlli delle forze dell’ordine e degli Istituti di Vigilanza, il riciclaggio di denaro online è una spina nel fianco di chi si occupa di debellare il riciclaggio di denaro sporco.
Resta ancora molto da fare ma, unendo le forze legislative, le forze dell’ordine, gli Istituti di controllo e con la collaborazione degli operatori di settore siamo sicuri che la legalità potrà vincere e che gli episodi di truffe e riciclaggio saranno sempre più debellati.