Il 21 febbraio 2020 l’Italia registrava il primo caso ufficiale di Covid-19, l’inizio di una pandemia che avrebbe cambiato il volto del Paese prima e del mondo intero poi. Una tragedia che ha causato morti e che ha influenzato la nostra vita quotidiana, le piccole e grandi abitudini che davamo per scontate.
A poco più di un anno di distanza da Codogno, purtroppo, siamo ancora nel pieno di una guerra che non solo è costata tantissime vite, ma che ha inevitabilmente avuto anche pesanti ricadute economiche sulla popolazione.
Perdite oltre il 30%, a rischio 150.000 posti
Numerosi settori sono stati colpiti dalle misure restrittive adottate dal Governo con lo scopo di contenere la pandemia. E come palestre e piscine, cinema, teatri e ristoranti, anche il mondo del gioco legale è stato messo duramente alla prova. A rischio sono i posti di oltre 150.000 lavoratori del settore, in particolare i circa 30.000 impiegati in sale slot, sale bingo, sale scommesse e sale giochi.
Un grido d’allarme lanciato da Geronimo Cardia, presidente Acadi, che sottolinea come a febbraio 2021 il mondo del gioco legale avrà registrato 10 mesi di chiusura su 12. Una vera e propria mazzata per tutto il settore, dato che i ristori messi fin qui in campo dal Governo sono stati ben poca cosa a fronte delle perdite che in un anno si sono attestate oltre il 30%,passando dai 19,4 miliardi di euro di introiti del 2019 ai 12,5 del 2020.
Queste le flessioni nello specifico secondo il sito specializzato QuiFinanza:
- Slot machine e VLT: 54%
- Scommesse 36%
- Lotterie e Bingo 25%
Danneggiato anche l’Erario: -40% dalle sale
Una situazione che rischia di diventare insostenibile a lungo termine: i danni – derivanti anche dalla chiusura prolungata di bar e locali adibiti e dalla minore disponibilità economica in media dei cittadini – non riguardano soltanto le migliaia di lavoratori a rischio, ma anche le stesse casse dello Stato che in un anno ha visto calare del 40% le entrate fiscali garantite da sale giochi e sale scommesse.
Il rischio è che a trarre vantaggio da questa situazione sia soprattutto il settore delle scommesse illegali gestite dalla criminalità organizzata, pronta ad approfittare delle difficoltà economiche conseguenza delle numerose restrizioni emanate dal Governo. L’ultimo DPCM ha prolungato la sospensione delle attività legate al gioco legale fino al prossimo 5 marzo, ma il rischio è che questa scadenza possa essere ulteriormente spostata in avanti.
Ripartire prima che sia troppo tardi
Una mossa che risulterebbe devastante per il settore, che dopo essere stato chiuso tanto a lungo chiede adesso al Governo una data di riapertura certa: compatibilmente con la curva dei contagi e nel totale rispetto delle norme di sicurezza per lavoratori e consumatori, il settore del gioco legale deve ripartire.
Una presa di posizione fondamentale, necessaria per provare a salvare decine di migliaia di posti di lavoro messi a rischio, contribuire in modo sostanziale ai conti dello Stato e allontanare lo spettro delle mafie. Ripartire insieme agli altri settori duramente provati da questo anno segnato dal Covid-19 si può e si deve, prima che i danni economici diventino irreparabili.